Sabato 29 maggio il Comitato 2Sì Acqua Bene Comune manifesterà, assieme a tante altre associazioni e comitati, sotto Palazzo Moroni per chiedere di tenere l’acqua fuori dalle logiche del profitto e per l’applicazione della delibera sull’acqua votata a gennaio 2019 dal Consiglio Comunale di Padova. Sono passati 10 anni dal referendum del 12-13 giugno 2011 quando 27 milioni di cittadini/e votarono contro la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali e contro il profitto sull’acqua. Anche sabato 12 giugno il Comitato 2Sì Acqua Bene Comune tornerà in piazza per affermare l’applicazione del referendum e della delibera sull’acqua di fronte ad un contesto nazionale che vede il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riproporre le politiche di privatizzazione, mentre il capitale finanziario internazionale quota in borsa il bene acqua, non solo la sua gestione. Abbiamo chiesto a Gianni Sbrogiò, del Comitato 2Sì Acqua Bene Comune, di raccontare le richieste del comitato stesso.
Perché è importante la delibera sull’acqua del Comune di Padova?
L’acqua è il bene essenziale per eccellenza, è la prima cura e senza i diritti fondamentali la nostra società diventa sempre più fragile. La delibera sull’acqua è stata votata dal Consiglio Comunale di Padova nel lontano 28 gennaio 2019. Il primo dei 4 punti stabilisce che per le utenze domestiche residenti morose, non considerate disagiate, si deve procedere alla limitazione della fornitura, salvaguardando i 50 litri per persona al giorno, limite stabilito dalla stessa ARERA (Autorità di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente), e il gestore deve recuperare il credito in modo giudiziale e stragiudiziale, senza arrivare alla sospensione né alla disattivazione del servizio. Invece le utenze disagiate residenti oggetto del Bonus Idrico Nazionale non devono essere considerate morose.
Cosa chiede il Comitato 2Sì Acqua Bene alla giunta comunale?
Innanzitutto, chiediamo che gli incontri finalizzati ad applicare la delibera promessi dal Vicesindaco Micalizzi e dal gestore AcegasApsAmga vengano convocati. L’ultimo incontro risale all’8 Luglio 2020: AcegasApsAmga comunicò che avrebbe destinato, a titolo di “liberalità”, 20.000 euro per le utenze disagiate. Vorremmo sapere dal Vicesindaco Andrea Micalizzi quali passi siano stati compiuti per applicare i quattro punti della delibera. Noi sappiamo che, dopo la presentazione della delibera all’Assemblea dell’ATO Bacchiglione, è stata svolta un’istruttoria e che in merito alle morosità, la carta dei servizi riporta: “Uso Domestico Residente: in prima istanza si procede con la limitazione della fornitura, qualora tecnicamente fattibile, e solo successivamente il Gestore potrà far seguire la sospensione/disattivazione per morosità, salvo le utenze oggetto di Bonus Idrico Nazionale”. La parte della delibera riguardante la morosità non è stata presa in considerazione.
Quando un’utenza dell’acqua può chiedere il Bonus Idrico Nazionale?
Intanto deve attivarsi per chiederlo. Pur essendo un diritto, non viene dato automaticamente. Le condizioni necessarie per averne diritto sono:
- appartenere ad un nucleo familiare con indicatore ISEE non superiore a 8.265 euro,
- oppure appartenere ad un nucleo familiare con almeno 4 figli a carico (famiglia numerosa) e indicatore ISEE non superiore a 20.000 euro,
- oppure appartenere ad un nucleo familiare titolare di Reddito di cittadinanza o Pensione di cittadinanza.
Come si vede, bisogna essere effettivamente poveri per averne diritto, ma la cosa assurda in questi parametri è che il limite di 8.265 euro viene considerato tale fino ad un nucleo con 3 figli a carico, con 4 figli si passa al limite Isee di euro 20.000. Questa è la maniera per escludere più utenze possibili dal diritto. Bisogna allargare questi parametri, bisogna renderli più equi, bisogna includere e non escludere. Molti comuni in Italia l’hanno fatto. Padova non è tra questi.
Cos’è e che ruolo ha l’ATO Bacchiglione? Cosa avviene attualmente in merito alle morosità?
ATO significa Ambito Territoriale Ottimale. L’ATO Bacchiglione è costituito da 136 comuni distribuiti fra i territori di Padova (58 comuni), Vicenza (77 comuni) e Venezia (1 comune), per un totale di poco più di 3.000 kmq ed una popolazione oltre un milione di abitanti. I gestori sono AcegasApsAmga (12 comuni) Spa misto pubblico-privato, Acquevenete (56 comuni) e Viacqua (68 comuni) tutte due Spa pubbliche (in house). Va tenuto presente che il Bonus Idrico Nazionale annuale, nel 2021, è di 27,59 euro a persona (il valore di 50 litri a persona al giorno corrispondente a 18,25 mc all’anno calcolato sulla tariffa di AcegasApsAmga) e viene pagato da tutti gli utenti non disagiati con una voce extra tariffa (UI3), visibile in bolletta. Dal Piano Tariffario prodotto dall’ATO Bacchiglione risulta che nel 2019 sono stati fatturati con la voce UI3 118.745 euro agli utenti dei 12 comuni serviti da AcegasApsAmga (Cona, Abano Terme, Arzergrande, Brugine, Codevigo, Correzzola, Legnaro, Padova, Piove Di Sacco, Polverara, Pontelongo, S. Angelo Di Piove); l’ammontare del Bonus erogato è stato di 72.449 euro e le famiglie disagiate agevolate sono state 2.673, in tutti i dodici comuni.
È stato affermato che il Comune di Padova abbia stanziato 125.000 euro nel 2021 per le utenze disagiate. In realtà, questi soldi sono caricati in tariffa sotto la voce OP Social e sono la quota parte per Padova dei 180.000 a disposizione dei 12 comuni. Li paghiamo noi cittadini: questa volta sono compresi nel costo dei metri cubi in tariffa e l’utente non se ne accorge, se non va a spulciare il piano tariffario di ATO Bacchiglione.
Cosa avviene ad una famiglia che non è in grado di pagare le bollette?
Vi faccio un esempio: nel 2021 la spesa di una famiglia padovana composta da 3 persone con un consumo di 150 mc/anno è di 300 euro. Se considerata residente e disagiata (e ne fa richiesta) riceve il Bonus Idrico Nazionale di 82,77 euro (27,59×3) e una quota dei 125.000 euro di OP Social, tutti soldi caricati in bolletta. La rimanenza o viene pagata da altri contributi oppure alla famiglia padovana residente, anche se considerata disagiata, verrà imposta una riduzione di flusso (dai rubinetti l’acqua uscirà a gocce).
Quale dovrebbe essere il ruolo del Comune di Padova e del gestore dell’acqua?
AcegasApsAmga, con un fondo ricavato da una parte degli utili del SII (Servizio Idrico Integrato), e il Comune di Padova, con una parte dei dividendi provenienti da Hera, devono pagare l’intera bolletta, cioè quello che rimane dopo aver utilizzato il contributo del Bonus Idrico Nazionale e il contributo OP Social.
La carta dei servizi deve essere migliorata in tal senso. Speravamo che nella convenzione tra Servizi sociali del Comune e il gestore AcegasApsAmga si facesse rientrare questa parte della delibera non contemplata nella Carta dei Servizi, ma così non è stato. Se la bolletta dell’utenza disagiata non viene pagata interamente, l’utenza disagiata verrà considerata morosa con la conseguente limitazione della fornitura e poi anche la sospensione/disattivazione del servizio.
Ci sono le risorse per intervenire?
L’ATO Bacchiglione ha stanziato 100.000 euro nel 2018 (già distribuiti a 1.175 famiglie). Nel 2020 questo contributo è salito a 150.000 euro. Teniamo presente che i ricavi dell’ATO Bacchiglione provengono da un contributo stabilito da Arera che i gestori pagano e caricano sulla nostra bolletta. Il gestore AcegasApsAmga ha stanziato, nel 2021, 20.000 euro. Il Comune di Padova, nel 2019, ha stanziato, prelevandoli dai dividendi Hera, 50.000 euro. Fatti i conti, il denaro a disposizione per le bollette acqua delle utenze domestiche residenti disagiate dovrebbe ammontare, per il periodo 2019-2021, a 220.000 euro, cui vanno aggiunti il contributo del Bonus Idrico nazionale di 27,59 euro a persona ed il Bonus OP Social di 125.000 euro.
A questo proposito chiediamo all’Assessora al Sociale Marta Nalin di fare chiarezza rispondendo alle seguenti domande:
- Quante sono le famiglie che hanno chiesto il Bonus Idrico Nazionale nel 2020?
- Quanti soldi sono stati assegnati, oltre al Bonus Idrico Nazionale, e a quante famiglie, per il 2019 e per il 2020?
- A quante famiglie è stato pagato l’intero importo delle bollette? A quante famiglie è stato dato un contributo parziale? Quanti soldi restano da pagare per le famiglie disagiate?
- Quanti sono i soldi rimasti e come si pensa di assegnarli?
- Quante sono le utenze domestiche residenti che hanno avuto la sospensione/disattivazione per morosità? Non ce ne dovrebbero essere visto che eravamo in periodo Covid e i ristori dati ai Comuni dovevano servire a sostenere le utenze disagiate.
La delibera sull’acqua del Comune di Padova identifica gli utili del gestore del SII (Servizi Idrici Integrati) come la principale risorsa per coprire le bollette delle utenze disagiate, è così?
Sì. Purtroppo, però, questo non sta avvenendo. AcegasApsAmga nega addirittura l’accesso al bilancio del settore ai 12 comuni gestiti, nonostante le ripetute richieste dei consiglieri comunali nelle sedute di commissione. Da un lato si sostiene che il settore SII (Servizi Idrici Integrati) non faccia utili; dall’altro il gestore chiede che la convenzione stipulata con i 12 comuni, in scadenza nel 2028, venga prorogata fino al 2036.
Noi sappiamo che i soldi delle nostre bollette, con la tariffa calcolata dall’ATO Bacchiglione per coprire i costi, gli investimenti, gli interessi passivi, più la remunerazione del capitale investito (che, in realtà, non dovrebbe esserci perché eliminata dalla vittoria referendaria del 12 e 13 giugno 2011), una volta sottratte le imposte, producono un risultato netto di gestione per il 2020 di 5.162.000 euro e per il 2021 (presumibilmente) 5.536.000 euro. A fronte di questi dati, AcegasApsAmga per le famiglie residenti disagiate offre appena 20.000 euro, una tantum.
Cosa vi aspettate dalla giunta comunale di Padova?
Riteniamo la giunta sia tenuta ad esigere che il gestore costituisca il fondo in modo stabile, come da delibera. In secondo luogo, dovrebbe chiedere di rendere pubblici almeno tre documenti: il bilancio relativo alla gestione del SII per i 12 comuni; la richiesta di AcegasApsAmga relativa al prolungamento della concessione fino al 2036 (prot. C.d.B Bacchiglione n. 762/2020 Istanza di riequilibrio economico e finanziario ai sensi degli artt. 20 e 21 della Convenzione di Gestione nel territorio dell’ATO Bacchiglione); la risposta dell’ATO Bacchiglione (istanza del Consiglio di Bacino Bacchiglione prot. n. 804 del 12.06.2020). La scadenza della Convenzione non deve essere rinnovata e il SII deve essere gestito in house dai 12 comuni. Nel 2028 scade anche la concessione sulla raccolta dei rifiuti e anche questa non deve essere rinnovata e la gestione deve passare in house. La controparte è la stessa: AcegasApsAmga, parte del gruppo Hera.
Inoltre, invitiamo tutti i consiglieri che hanno votato la delibera, articolata in 4 punti, a unirsi al Comitato 2Sì Acqua Bene Comune per costringere la giunta e il gestore ad applicarla.
I quattro punti sono:
- la fornitura d’acqua non venga sospesa nel caso di morosità delle utenze civili residenti e il quantitativo minimo vitale (50 litri persona giorno) sia sempre erogato;
- la tariffa sia resa più equa, soprattutto per i nuclei familiari più numerosi, senza aumenti per le altre utenze civili residenti;
- alle utenze civili residenti disagiate venga dato un contributo attraverso un fondo formato da una parte dell’utile dell’ente gestore;
- il Comune impieghi una parte della propria quota di dividendi Hera per completare la copertura delle bollette delle utenze disagiate.
A cura della redazione di LIES. Foto da www.acquabenecomunepadova.org