Il dipartimento Fisppa dell’Università di Padova e il Cidv – Centro di documentazione ed inchiesta sulla criminalità organizzata del Veneto promuovono due seminari sul tema “Le mafie tra rappresentazioni, appartenenza e pratiche criminali” che si terranno giovedì 10 e venerdì 11 giugno 2021 allo Spazio del Magnete, nell’area verde di San Carlo nel quartiere dell’Arcella a Padova (fermata tram San Carlo).
La camorra in Campania e nel Centro-Nord. Tra logiche di mercato e dinamiche criminali
10 giugno ore 17.00
Programma
Saluti
Maurizio Dianese, Presidente Cidv
Introducono
Claudia Mantovan, Università di Padova
Gianni Belloni, direttore Cidv
Intervengono
Luciano Brancaccio – Università di Napoli Federico II
Carolina Castellano – Università di Napoli Federico II
Martina Panzarasa – Università degli Studi di Milano
Vincenzo Scalia – University of Winchester
Coordina
Antonio Vesco – Università di Catania
Introduzione
L’insieme dei circuiti di criminalità organizzata che comunemente definiamo “camorra” si presenta molto differenziato al suo interno. Variano le dimensioni dei gruppi, le forme organizzative, gli stili di leadership, la capacità di influenza nei confronti della politica. Gli studiosi che si sono soffermati sui gruppi di camorra concordano nel sottolineare la loro scarsa strutturazione e la loro inclinazione a dedicarsi ad attività estremamente flessibili, non necessariamente legate agli affari criminali che gestiscono nei loro territori di provenienza.
Il seminario si sofferma su queste molteplici questioni, affrontando anche il nodo del carcere e le forme di appartenenza delle donne ai clan di camorra. L’obiettivo è quello di restituire la complessità del mondo camorrista, mostrando le caratteristiche politiche di un fenomeno che attraversa le classi sociali: dai traffici illegali grandi e piccoli che coinvolgono il sottoproletariato campano ai gruppi mobili capaci di investire nell’economia legale sfruttando i varchi offerti dall’economia di mercato.
In questo quadro, le caratteristiche economiche, politiche e sociali dei nuovi contesti in cui opera la camorra – come quello Veneto – giocano un ruolo cruciale.
Rappresentazioni della mafia in Italia. Presentazione de “La mafia immaginaria” di Emiliano Morreale (Donzelli Editore)
11 giugno ore 17.00
Programma
Introduce
Claudia Mantovan, Università di Padova
Discutono con l’autore Emiliano Morreale
Marina Resta – filmmaker, direttrice artistica Working Title Film Festival – Lies
Attilio Scaglione – Università di Napoli Federico II
Antonio Vesco – Università di Catania
Francesco Zucconi – Università Iuav di Venezia
Coordina
Gianni Belloni, direttore Cidv
Dalla quarta di copertina de “La mafia immaginaria”
Dal secondo dopoguerra, e ancor più dalla fine degli anni sessanta, la mafia siciliana è stata oggetto di decine di film e poi di fiction televisive, con un corredo riconoscibile e stereotipato di personaggi, situazioni, immagini: un codice che si è sovrapposto agli eventi storici, li ha modellati e ne ha influenzato la percezione.
Frutto di una ricerca decennale, questo libro rappresenta il primo studio completo sui modi in cui il cinema ha raccontato Cosa Nostra. Una lettura documentata e provocatoria, che ribalta molti luoghi comuni. Il cinema italiano non ha quasi mai raccontato davvero la mafia, ma si è inventato un «mafiaworld» parallelo, che ha influenzato la percezione del fenomeno da parte dell’opinione pubblica, e perfino i modi in cui i mafiosi stessi si sono visti.
Dalla strage di Portella della Ginestra al maxiprocesso, dagli attentati del 1992 a oggi, Emiliano Morreale ripercorre la storia del mafia movie attraverso materiali d’archivio inediti o rarissimi. Dal neorealismo a Salvatore Giuliano, dal Padrino alla Piovra, dai Soprano al Traditore, da Ciprì e Maresco alle biografie televisive di boss e martiri; ma anche film sconosciuti e illuminanti, e pellicole che non furono mai girate, per censura politica o difficoltà economiche.
I mafia movie, rivisti oggi, ci parlano del loro tempo in maniera indiretta. Dietro i modi in cui Cosa Nostra viene raccontata si intravedono la crisi degli intellettuali negli anni del boom, le contraddizioni davanti ai cambiamenti del ruolo della donna, lo smarrimento di fronte alla strategia della tensione o all’ascesa di Berlusconi. La Sicilia e la mafia, insomma, diventano il luogo in cui situare paure, ansie, difficoltà della società italiana, per esorcizzarle, sperando di trovare «la chiave di tutto», fino a un presente dove il racconto di Cosa Nostra sembra evocare solo il passato, come una favola.