La sovranità alimentare è “il diritto dei popoli a un cibo sano e culturalmente appropriato, prodotto con metodi ecologicamente corretti e sostenibili, e il loro diritto a definire i propri sistemi alimentari e agricoli. Mette al centro dei sistemi agricoli e alimentari e delle politiche pubbliche le aspirazioni e i bisogni di coloro che producono, distribuiscono e consumano il cibo, piuttosto che le richieste dei mercati e delle aziende multinazionali” (Dichiarazione del Forum per la Sovranità Alimentare Nyéléni, 2007).
In altre parole, si tratta di un potente concetto attraverso il quale si afferma il diritto delle collettività locali a ideare e praticare sistemi di produzione e riproduzione più sostenibili, non solo dal punto di vista ambientale ma anche sotto il profilo sociale ed economico.
Tuttavia, oggi più che mai, molti contenuti di questo approccio sovversivo al sistema di produzione agroalimentare rischiano di essere ridefiniti sulla base di interessi che poco hanno a che vedere con la necessità di una trasformazione radicale dei processi di produzione, distribuzione e accesso al cibo.
A riprova di ciò, rimandiamo alle ambigue dichiarazioni del ministro Lollobrigida e del suo entourage, che per la sua agenda politica propone in buona sostanza una versione “addomesticata” di sovranità alimentare, del tutto incapace di mettere in discussione gli assunti produttivisti che fondano l’attuale sistema di produzione alimentare, con tutte le problematiche ambientali e sociali che essi comportano. Una sovranità alimentare assolutamente innocua sul piano politico, tutta Made in Italy e meccanizzazione.
Per fronteggiare questa concreta eventualità e riappropriarsi del concetto di sovranità alimentare nella sua accezione originale, è quindi importante fare chiarezza sulla sua storia e sul suo significato, andando a creare degli spazi interattivi capaci di generare azioni incisive sulle politiche pubbliche locali, fuori da slogan e facili dichiarazioni di intenti.
Giornata di confronto al Porto Burci
Per questo, sabato 18 marzo alle ore 15 presso il centro culturale Porto Burci di Vicenza (in contra’ dei Burci 27) si terrà un primo momento di confronto tra realtà locali, soggetti esperti sul tema ed altre realtà italiane che già da tempo esercitano pratiche di sovranità alimentare.
Parteciperanno diversi ospiti tra cui Casa delle sementi del Veneto, Campi Aperti, Azienda agricola Juvenilia, Collettivo Rizosfera e Associazione Rurale Italiana.
A partire dalle progettualità che già interessano l’area rurale periferica di Carpaneda, i soggetti promotori dell’iniziativa, tra cui LIES, Comunità Vicentina per l’Agroecologia e Laboratorio spazi rurali e boschi urbani, intendono innescare un percorso di ideazione e realizzazione di soluzioni innovative ed azioni collettive volte alla valorizzazione del territorio rurale periurbano di Vicenza e dei suoi beni pubblici nel solco delineato dalla sovranità alimentare.
Laboratorio partecipativo al centro Tecchio
L’iniziativa si svolge nell’ambito del percorso “Tra Campagna e Città”, con il contributo del Comune di Vicenza, che si concluderà sabato 25 marzo alle ore 15 al centro giovanile Tecchio (viale San Lazzaro 112) con un laboratorio partecipativo incentrato sulla discussione di proposte concrete per la valorizzazione dei beni pubblici rurali di Carpaneda, ovvero la cascina, i terreni e il bosco.
A margine di ogni incontro è previsto l’allestimento di un buffet con i prodotti locali provenienti da realtà che praticano l’agricoltura contadina.
Foto di Zoe Schaeffer su Unsplash