L’estate italiana del 2022 passerà alla storia per gli eventi estremi che l’hanno caratterizzata: siccità, incendi, esondazioni, fusione accelerata dei ghiacciai alpini. Sono sempre più evidenti gli effetti dei cambiamenti climatici, già misurabili nell’aumento medio delle temperature globali e locali, di quelle degli oceani, nella riduzione della diversità biologica e nello zero termico che ormai si attesta oltre i 5000 metri di quota.
Se ne parla su VeZ – Veneto ecologia Z Generation in un’intervista a Carlo Zanetti, Salvatore Pappalardo e Massimo De Marchi, ricercatori del Centro di Eccellenza Jean Monnet sulla giustizia climatica (Dipartimento ICEA, Università di Padova).
In un articolo pubblicato sulla rivista International Journal of Geo-Information, i ricercatori hanno sviluppato una metodologia per l’individuazione delle isole di calore urbane a partire dalle immagini termiche del satellite Landsat 8 nel territorio padovano. Hanno riscontrato come le isole di calore siano correlate positivamente con le aree più densamente urbanizzate, dove la presenza di verde è minima. Tra le aree più calde, sicuramente la zona industriale di Padova (ZIP) è quella maggiormente estesa e con temperature più elevate, in quanto si configura come un’area densamente cementificata e con quasi totale assenza di verde. Altre zone maggiormente a rischio sono l’area Stazione-Fiera-Stanga, il centro storico e il quartiere Arcella.
L’intervista completa con le mappe satellitare si può leggere su VeZ a questo link.