di Ernesto Milanesi
Il Bo si rivela il vero, grande, diffuso “operatore immobiliare”. L’Università è città nella città: pianifica, costruisce, appalta, permuta, affitta. Un bel business che sembra nessuno voglia almeno verificare.
Territorio dei paradossi
Il “censimento” (Codato, De Guttry, Rosina e De Marchi presentato alla Conferenza nazionale Asita 2019) contabilizzava 1 milione e 826.023 metri quadri di territorio occupato dall’Ateneo nella provincia: aree verdi per il 38% solo grazie agli oltre 348 mila metri quadri dell’Azienda agraria sperimentale di Legnaro.
Adesso si punta sugli studentati che punteggiano la città con i cantieri futuribili legati ad investimenti privati. Uno smacco per l’ESU che, in teoria, dovrebbe preoccuparsi degli alloggi per gli studenti fuori sede. Ma soprattutto la scommessa del cemento contro le conclamate previsioni dell’imminente riduzione di oltre il 20% di iscritti entro il 2041 a livello nazionale.
Poi ci sarebbe il progetto di nuovo ospedale a Padova Est. L’Università rivendica spazi, ruolo e decisioni. Tuttavia, non garantisce nulla sul fronte economico. Di più: finora (contrariamente a Verona) l’Azienda ospedaliera non è integrata con il Bo. Senza poi dimenticare la “concorrenza” ormai palese della sanità anche accademica a Treviso, l’intesa saltata con Medicina a Trento e soprattutto il destino segnato del Servizio sanitario nazionale cannibalizzato dai privati.
Proprietà virtuali
Appartiene al Demanio dello Stato il palazzo storico del Bo, ampliato durante il ventennio fascista: 111.747 metri cubi per una rendita catastale che sfiora i 250 mila euro. Non è di proprietà nemmeno il Liviano in piazza Capitaniato: 33.125 metri cubi per 87 mila euro di rendita catastale.
Spulciando la documentazione, ecco che il Demanio risulta proprietario al Policlinico degli ambulatori della Cardiologia, delle aule comuni e della biblioteca, delle degenze, dell’Emodinamica, del prefabbricato per la didattica, del “PalaSanità”. Non basta: Clinica Semeiotica, Clinica Dermosifilopatica, Oncoematologia pediatrica, Clinica Neurologica, Clinica Ostetrica e Clinica Pediatrica sono del Demanio, e non dell’Università.
Sempre al Demanio appartengono poi l’edificio Galilei di Fisica, come quelli di Scienze Farmaceutiche, Farmacologia, Centri interchimici e gli Istituti di Chimica. Vale lo stesso per il complesso che ospita Ingegneria fra il Piovego e via Marzolo. Anche l’Orto Botanico è demaniale: uffici e serre, casa dei custodi, Visitor Center. Infine, l’Osservatorio astrofisico di Asiago dal punto di vista catastale è demaniale.
Agli atti spicca anche l’ex caserma Piave (51 mila metri quadrati) destinata al progetto che vale 95 milioni di euro. Una porzione dell’area risulta effettivamente dell’Università, mentre il Demanio si è impegnato a concedere il comodato per 19 anni della vecchia struttura militare.
Il Bo vanta comunque un più che significativo patrimonio, fra cui terreni a Pozzoveggiani, la cappella ossario nel cimitero e il terreno dell’INFN a Legnaro.
Tutti i dettagli aggiornati sono disponibili qui.
Gli spazi in affitto
Il mercato immobiliare di Padova da sempre non può prescindere dall’indotto generato dal Bo: studenti fuori sede, medici specializzandi, stranieri e docenti “in transito” alimentano gli affitti di case non solo nelle zone strategiche.
Una “nicchia universitaria” che grazie ad Agripolis da lustri ha trasformato i valori delle rendite a Legnaro e nei Comuni limitrofi.
Da parte sua il Bo deve mettere a bilancio ogni anno oltre due milioni di euro per onorare i contratti d’affitto con enti vari. Sono 981.734 euro per il padiglione 14 all’interno della Fiera, altri 273.936 euro e 30 cent per gli uffici amministrativi in via Martiri della Libertà. Con la Diocesi ammonta a 257.298 euro il costo annuo dell’affitto al Pio X. La fraternità di Comunione e Liberazione incassa, invece, 226.066 euro con la cessione degli spazi all’interno del Centro papa Luciani per far posto alle aule universitarie.
Incide, infine, per 15.890 euro e 76 cent l’affitto del negozio in via San Francesco, 12 che ospita Up Store del Bo.
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